Vai anche a scuola?

“Vai anche a scuola?” Credo che sia una delle domande che mi sono state rivolte più spesso in occasione di eventi per il pubblico adulto. O anche “Ma tu insegni?” Oppure: “Dovresti proprio parlare ai ragazzi!”

Sono contenta che venga percepito lo sforzo fatto per essere sempre chiara e comprensibile, tanto da pensare che gli studenti potrebbero beneficiarne. In effetti, non sono una docente, ma vengo spesso invitata nelle scuole di ogni ordine e grado per momenti di approfondimento. Capita ormai da diversi anni ed eccomi quindi ancora una volta alla fine di un anno scolastico, a tirare le somme di quanto fatto.

La mia proposta di didattica della storia

Anche quest’anno ho camminato tanto, perché è bello scoprire la storia del luogo in cui si vive o si studia e perché raccontare la storia lì dove si è svolta ha tutto un altro fascino. Ma ho tenuto anche diversi laboratori, perché misurarsi con le fonti storiche è un buon modo per esercitare lo spirito critico.

Ho parlato di Resistenza, armata e civile, spiegando da dove nasce la nostra Costituzione.

Ho raccontato di donne, che sono la mia passione e che sono spesso trascurate nei manuali scolastici.

Ho parlato di diritti, di lavoro, di solidarietà.

Ho raccontato storie di vita e qualcuna l’abbiamo anche raccontata insieme, realizzando restituzioni dei progetti didattici.

Ho giocato con gli studenti, perché anche la didattica ludica può aiutare quando l’attenzione fatica a essere trattenuta.

Sono stata nelle classi quarte e quinte delle scuole primarie, perché nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione si può ben trattare la storia del ‘900. E sono stata anche nelle scuole secondarie, dove è bello anche realizzare progetti interdisciplinari, e mescolare storia e letteratura, ad esempio.

Ci vado sempre volentieri, perché sono convinta che la scuola abbia un ruolo fondamentale nella nostra società. Non si “gioca” tutto lì, è chiaro, ma si gioca molto. I docenti hanno una grande responsabilità e so che il loro mestiere dà grandi soddisfazioni, ma è molto faticoso: io li affianco volentieri per un paio d’ore.

Mi piace stare coi ragazzi, mi mette sempre di buonumore. Mi piace provare a piantare un piccolo seme e quando ho la fortuna di tornare in una classe dove sono stata l’anno precedente è bellissimo scoprire che si ricordano non tanto di me, ma di quello che ho spiegato l’anno prima.

Allora che dire… all’anno prossimo? 🙂 (puoi contattarmi per richiedermi il catalogo delle proposte, scrivi a info@paolagemelli.it)

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