Il vino della luna: storia e storie lungo il Secchia

Il vino della luna. San Michele, Borgo Venezia, Ancora, Pista: storia e storie tra Secchia, miseria e fantasia è stato il mio primo libro e il mio primo lavoro di ricerca e divulgazione storica. Commissionato da Incontri editrice di Sassuolo, è stato pubblicato nel novembre 2006 e presentato nel giorno di San Martino, cioè l’11, nella bella cornice del Palazzo Ducale di Sassuolo.

La pubblicazione ha richiesto molti mesi di ricerca storica, svolta sia tra le carte dell’archivio storico comunale di Sassuolo, sia intervistando decine di persone che in qualche modo avevano avuto a che fare con il Secchia nel territorio sassolese: residenti nelle vicinanze o impegnati in attività professionali legate al fiume. Non solo: io e Francesco Genitoni (co-autore del volume) abbiamo raccolto anche moltissime immagini, che hanno poi corredato il volume.

Un libro di storia e memoria

Come abbiamo scritto nella nota stampa, abbiamo voluto documentare “come il fiume e il territorio sono stati modificati; come la gente, povera ma tenace, ribelle e creativa, che ha vissuto e vive sulle rive del fiume, ha saputo con la fantasia e il duro lavoro ingegnarsi e sopravvivere alla grande miseria fino ad arrivare agli anni del boom economico, che a Sassuolo ha visto figure straordinarie, in qualche caso troppo presto dimenticate. Si tratta di un capitolo che mancava alla storia locale e che abbiamo ricostruito, oltre che con documentazioni d’archivio, anche e soprattutto attraverso le testimonianze dei protagonisti. Il volume è inoltre arricchito da contributi di storici ed esperti, quali M.Antonia Bertoni, Ugo Bonazzi, Domenico Corradini, Vincenzo Vandelli e da un testo poetico di Emilio Rentocchini.”

Un libro di memoria e storia, quindi, che coniuga metodo storico e attenzione alle vicende umane salvando le testimonianze, orali e non solo, di quella parte di territorio legata al fiume Secchia e ricca di aspetti originali, oggi profondamente modificati e, in molti casi, scomparsi.

La presentazione al Palazzo Ducale di Sassuolo: sono la terza da sinistra.

Il vino della luna: perché questo titolo?

In tempi non troppo remoti, quando Sassuolo era ancora lontana dall’essere la capitale della ceramica, era l’ingegnosità stimolata dalla miseria a garantire la sopravvivenza delle popolazioni che vivevano sulle rive del fiume Secchia. “Andare alla frutta” era la quotidianità – almeno nella stagione buona – per molti bambini e ragazzi. Ma c’era chi non perdeva il “vizio” nemmeno da adulto e si spingeva un po’ più in là: così a Borgo Venezia si produceva il vin lunèin, ricavato da uve “trovate” di notte e lavorate nella penombra dei “chiari di luna”.

Da qui il titolo del volume. Dopo la presentazione, agli intervenuti è stato offerto un bicchiere di “vino della luna”, lambrusco novello imbottigliato dalla Cantina Pedemontana di Formigine per l’occasione, con tanto di etichetta.

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