Donne in movimento tra lotta e autocoscienza

Nella primavera del 2018, con il volume Modena e la stagione dei movimenti, è uscito anche un mio saggio. Nel 2016 ero infatti entrata a far parte del Laboratorio sui movimenti degli anni Settanta a Modena. Si trattava di un progetto di ricerca collettiva che si proponeva di indagare il caso locale, allo scopo di arricchire il quadro interpretativo sulla cosiddetta stagione dei movimenti. Si trattò infatti di un’esperienza troppo multiforme per ridurla alle sole dinamiche che caratterizzarono le grandi città italiane.

Il laboratorio sugli anni Settanta a Modena

Come ogni ricerca storica che si rispetti, siamo partiti dal porci delle domande, relative ad esempio alla periodizzazione, al profilo e al ruolo degli attori coinvolti, alle interazioni tra movimenti, sfera sociale, livello politico-istituzionale. Abbiamo deciso di muoverci in una prospettiva “lunga”, prendendo le mosse da alcuni studi locali sugli anni Sessanta per arrivare verso gli anni Ottanta, il lungo ‘68” insomma.

Per quanto mi riguarda personalmente, il mio ruolo era quello di ricostruire la realtà dei gruppi femministi modenesi, scrivendo un saggio che dialogasse con quello di Natascia Corsini sull’esperienza dell’Udi e con quello dedicato a Lotta femminista, su cui hanno lavorato Deborah Ardilli e Marcella Farioli. 

A parte un saggio del 1990 di Paola Nava – “Pratiche politiche e percorsi di vita: il caso del femminismo a Modena” (in Il movimento delle donne in Emilia-Romagna: alcune vicende tra storia e memoria (1970-1980), Bologna, Analisi) – c’era un serio problema legato alle fonti: quelle scritte sono principalmente documenti rivolti all’esterno, mentre sull’attività interna e organizzativa ci resta poco, eccezione fatta per l’Intercategoriale donne. Per alcuni gruppi, la scarsità di documentazione prodotta rendeva davvero difficile ricostruirne l’attività e l’evoluzione nel tempo. Nonostante questi limiti, grazie all’intreccio tra mie ricerche in archivi locali e le fonti orali raccolte da altre ricercatrici, sono comunque riuscita a delineare un quadro soddisfacente del profilo complessivo e delle specifiche esperienze del movimento femminista nella realtà modenese.

Il libro: Modena e la stagione dei movimenti

Il volume è stato pubblicato e presentato nel 2018. Nell’insieme è stato davvero un lavoro impegnativo, che ha richiesto un costante confronto nell’ambito del Laboratorio degli anni Settanta a Modena. Pur nel rispetto degli approcci legati alle diverse formazioni e al taglio scelto da ciascuno, occorreva coordinarsi per realizzare un volume coerente dal punto di vista metodologico e delle linee interpretative di fondo.

È stato un lavoro importante, che mi ha toccato molto anche a livello personale. Sono figlia degli anni Settanta ed è stato inevitabile chiedermi cosa ha significato per me, cosa mi porto dietro, in che clima e con quale visione sono venuta al mondo. D’altra parte ogni viaggio nella storia è sempre anche un viaggio nella propria storia, ci interroga a livello personale. In questo caso per me lo è stato ancora di più.

Modena e la stagione dei movimenti. Politica, lotta e militanza negli anni Settanta, a cura di Alberto Molinari contiene saggi di Natascia Corsini, Paola Gemelli, Deborah Ardilli, Marcella Farioli, Francesco Tinelli, Giuseppina Vitale, Alberto Molinari, Matteo Montaguti e Claudia Capelli.
Il volume è stato pubblicato da Editrice Socialmente grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Con le parole dell’invito alla presentazione, ecco una breve anteprima:

“Tra il ’68 e gli anni Settanta i movimenti sociali e politici si moltiplicano e diversificano, maturano nuovi soggetti, pratiche e linguaggi che investono la società italiana nel suo complesso e nelle sue varie articolazioni. Il conflitto si esprime in un inedito protagonismo collettivo e alimenta un lungo e denso ciclo mobilitazioni, diventando la cifra della stagione dei movimenti.
Frutto di un lavoro laboratoriale, i saggi contenuti nel volume intendono restituire la complessità e la ricchezza di quella stagione, vista attraverso un caso locale.
La ricostruzione si sofferma sui rapporti tra movimenti e istituzioni in una città rossa e analizza diverse soggettività, culture e forme dell’impegno politico che caratterizzarono la realtà modenese inserendosi in modo peculiare nel contesto nazionale: l’esperienza dell’UDI e dei gruppi femministi, le dinamiche sindacali e le lotte del movimento operaio, l’area del dissenso cattolico, l’universo giovanile (il lungo ‘68 del movimento studentesco, il ruolo della Fgci, il ’77), le principali articolazioni della nuova sinistra.”

Nell’immagine a inizio pagina, la foto di copertina del volume.

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